lunedì 17 dicembre 2007

amori liquidi o.. in liquidazione ?

Sirenetti in rotta - Gli errori e i rancori di un amore liquido
Lasciamo perdere i dettagli personali sui due sirenetti in rotta. Non formalizziamoci sui luoghi del loro amore, piscine su piscine, fino allo showdown ai campionati europei in vasca corta. L'ultimo disastro dell'affaire Marin- Manaudou, finora troppo tonici e bionici perché noi normali ci potessimo identificare, va ricordato quando si rischia (sempre noi normali) di finire nei guai. È un caso attuale da manuale. Di amore liquido, perché si è svolto quasi sempre in acqua ma pure nella definizione del sociologo Zygmunt Bauman: di relazioni che diventano «connessioni » legate agli impulsi e alle circostanze — nel caso, in milioni di casi, un'attività in comune, nuoto o lavoro — e che possono essere intense ma spesso velocemente e improvvisamente disconnesse, per poi rituffarsi (uno volente uno nolente, magari) nella liquidità socioaffettiva di oggidì. La situazione è fluida, comunque sia andata (gli italiani danno una versione opposta) ma non è facile. Per cui. 1) Luca Marin è stato mollato. Capita. Gli amici gli avranno detto «stai su, sei un gran figo, chiusa una vasca si apre una piscina olimpionica» e altre frasi di circostanza. Ma lui, è umano, soffre. Rilascia dichiarazioni acide sui facili costumi di Laure Manaudou, che peraltro era venuta a stare in Italia ad allenarsi con lui: «Ha fatto così con tutti i suoi ex e farà così in futuro. Solo che stavolta ha scelto uno più brutto». Errore doppio. In questi casi si sta zitti, si gira a testa alta, si sorride, si lascia che siano gli altri a notare l'aspetto del rivale. Sennò tutti pensano che il mollato stia, come si dice a Roma, rosicando. 2) Marin è nervoso perché incontra Manaudou nelle gare. È la drammatizzazione sportivo-glamorous di quel che succede ai soliti milioni di persone a cui finisce una storia in ufficio. Ma invece di vendicarsi in modo bieco e virile (mostrandosi indifferente, facendo il ganzo con nuotatrici detestate da Manaudou, parlando bene di lei infilando qua e là innocenti e micidiali battute, tutta roba che funziona) e quindi maturo, fa una cafonata. La affronta subito prima di una batteria e fa una scena chiedendole indietro l'anello di fidanzamento, pare, e dicendole, pare, varie cattiverie. Altro errore. Per riavere l'anello basta un amico cortese che intavoli una trattativa privata con la fedifraga. Se poi è lei a lamentarsi, visto il suo ruolo nel pasticcio, lui non fa una figura da gentiluomo però lei viene fuori come un'avida mangiauomini, il che non fa curriculum. 3) Nicolas Manaudou, fratello della campionessa, a quel punto ha denunciato Marin per molestie sportive. Così Marin fa la figura del lasciato che non ci vuole stare, e pure dello stalker. Errorissimo, ovvio. E non ci vengano più a dire che le follie tipo Fatal Attraction le fanno solo le donne. Gli uomini posson fare di peggio, e questo potrebbe diventare il soggetto di un thriller sull'amore liquido, pure troppo (Marin-Glenn Close avrebbe potuto bollirle il costume riducendolo a misura Barbie prima della finale, allora, al limite).
Maria Laura Rodotà17 dicembre 2007

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