mercoledì 26 settembre 2007

NON POSSIAMO ACCETTARLO - Soldati birmani contro i monaci: uno ucciso

Continua a crescere la tensione in Birmania e secondo le ultime notizie l'attesa repressione di soldati e polizia ha fatto la prima vittima: un monaco è stato ucciso Yangon. Lo ha riferito il Segretario generale del Consiglio dell'Unione birmana a Cecilia Brighi, responsabile del Dipartimento Esteri della Cisl. «Un altro monaco sarebbe stato ferito», ha aggiunto Brighi. Le forze di sicurezza a Yangon avevano cominciato a sparare colpi d'arma di fuoco sopra le teste dei manifestanti, riuniti dinanzi la Pagoda di Sule, uno dei centri nevralgici delle proteste di questi giorni, nel cuore dell'ex capitali. Gli spari, secondo testimoni, hanno costretto la folla a fuggire. Brighi ha detto stamattina ai microfoni della trasmissione radiofonica Radio3Mondo che fonti locali le hanno raccontato che i militari hanno iniziato a sparare e vi sarebbero diversi feriti.
Da oggi accenderò una candela sul davanzale di camera mia con la scritta "La speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare." (Sören Kierkegaard)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

è una cosa inaudita che la libertà sia sopressa con la violenza e non si cerchi un dialogo.

Volante ha detto...

Cari amici e care amiche!!!

Io sono stato in Birmania, ho visitato degli orfanotrofi e uno di questi è stato costruito da noi Vip Claun. Purtroppo il governo al momento l'ha sequestrato e lo usa come base militare, è inconcepibile.

Io ho respirato l'aria della respressione sulla mia pelle, a parole non è possibile esprimere ciò che ho vissuto.

In questo momento occorre pregare affinchè non diventi un massacro come già molte altre volte è successo.

Questa rivolta è uscita dai confini del paese perchè sono i monaci a sfilare, ma di altre ribellioni fatte da civili non se ne è saputo nulla perchè il governo ha insabbiato tutto.

Ragazzi preghiamo e speriamo che anche queste persone possano giovarsi di un regime democratico